Angelo PellegriniRESPONSABILE SETTORE

Handbike e Ciclismo

L’SBS nel corso degli anni, attraverso un duro lavoro di sensibilizzazione e con la collaborazione con l’U-nità Spinale di Mozzo, ha dimostrato che la sport terapia è uno dei metodi più concreti per poter ridare fiducia nei propri mezzi a persone che purtroppo hanno subito un grave trauma oppure a persone che hanno una disabilità dalla nascita.

L’idea di questo progetto è nata soprattutto sfruttando l’enorme popolarità raggiunta da questa discipli-na grazie anche alle recenti Paralimpiadi di Londra che hanno visto atleti di livello internazionale, come Alessandro Zanardi, dimostrare al mondo che, dopo un terribile incidente, è possibile recuperare una qualità di vita normale anche attraverso l’attività sportiva.

Il settore Bike della Special Bergamo Sport non vede soltanto atleti disabili ma anche una vera e propria squadra di ciclisti normodotati che portano il marchio SBS sulle strade e piste italiane.

Un team di oltre 40 atleti, di ogni età e sesso, che oltre ad allenarsi, gareggiare e divertirsi, accompagnano spesso i nostri atleti del settore handbike nelle loro uscite quotidiane!

E' l'ultimo settore nato nella famiglia SBS ma che in poco tempo ha trovato moltissime adesioni e che cresce constantemente, non solo come numero ma anche come risultati a tutti i livelli!

L'handbike è una bicicletta speciale nella quale la spinta proviene dalle braccia e non dalle gambe, utilizza tre ruote (due dietro ed una centrale davanti) e permette allo sportivo diversamente abile su sedia a rotelle o con difficoltà di deambulazione, di usare questo mezzo "pedalando con le mani"; inoltre, essendo dotata di un cambio a più rapporti, permette di superare dure pendenze e di raggiungere elevate velocità.

Nelle gare nazionali ed internazionali del circuito C.I.P. e I.P.C. gli atleti gareggiano suddivisi in tre categorie, sia maschili che femminili. Oltre a questa classificazione, gli handbikers a seconda della gravità dell'handicap, vengono ulteriormente classificati in sotto gruppi di pari potenzialità in modo da garantire a tutti gli atleti un confronto equo con i propri avversari.

Dal 2000 questa disciplina viene riconosciuta dalla Federazione Italiana Sport Disabili.